È un argomento che affrontiamo, ogni anno, a cavallo fra la fine di novembre e l’inizio di dicembre: quello del picco dell’influenza stagionale.
Da qualche anno a questa parte, però, la preoccupazione sale ed è diversa perché, oltre all’influenza stessa, abbiamo anche il Covid.
La popolazione è, per la stragrande maggioranza, vaccinata contro il Covid ma, comunque, i medici avvertono: il picco dell’influenza sta per arrivare.
L’influenza stagionale sta per arrivare
Nonostante l’inverno sembrava volesse tardare ad arrivare, con un prolungarsi quasi continuo e costante dell’estate, tutto d’un tratto il freddo è arrivato e, con esso, anche i malanni di stagione. La campagna vaccinale contro l’influenza stagionale è stata avviata ma in molti non si sono ancora immunizzati.
Con l’influenza, come da tre anni, abbiamo anche da fare i conti con il Covid che prima della scoperta del vaccino, ha mietuto vittime ma che, ora, è stata identificata come influenza sì, ma forse leggermente più pericolosa di quella classica stagionale. Nonostante tutto, però, specie per le categorie più fragili e per tutti gli over 60, anche per il Covid è richiesta una vaccinazione di richiamo per l’immunizzazione.
Ma a che punto siamo con quello che, tutti i medici, definiscono il picco dell’influenza? In un’intervista al quotidiano “La Stampa”, a parlare è il dottor Gianni Rezza, ex direttore della Prevenzione al ministero della Salute e oggi professore straordinario di Igiene presso l’Università San Raffaele di Milano. “L’ondata di influenza arriverà più tardi, probabilmente dopo Natale. Il problema è che potrebbe sommarsi al picco del Covid, con il rischio di ingolfare i pronto soccorso e i reparti ospedalieri” – ha affermato.
A Natale, il picco insieme al Covid?
I dati ufficiali affermano che il Covid gira nuovamente nel nostro Paese: “Sapevamo che con il primo vero freddo avrebbe rialzato la testa, come fanno tutti i virus respiratori. L’importante è che non faccia troppi danni” – afferma il dottor Rezza – “Omicron ha una virulenza minore rispetto a Delta, però tra le persone debilitate, anziani soprattutto se più in là con gli anni e immunodepressi, può fare ancora danni seri quando si è persa la protezione del vaccino”.
Ma è la campagna vaccinale contro il Covid a non decollare, per quel che riguarda i richiami: “[…] La stanchezza vaccinale, subentrata per via del fatto che non essendo il Covid un virus stagionale come l’influenza ha costretto a fare più somministrazioni in corso d’anno […] Poi ci sono stati problemi non risolti di logistica che hanno fatto arrivare in ritardo le fiale in diverse regioni, che a loro volta non hanno stipulato o lo hanno fatto in ritardo gli accordi per le vaccinazioni in farmacia” – continua il dottor Rezza.
Per quel che riguarda, invece, l’influenza stagionale al momento la situazione non sembra allarmare. I sintomi sono sempre uguali: mal di gola e tosse che sono “provocati soprattutto da rinovirus e altri virus parainfluenzali”.