Sicuramente in casa ne hai e ne avrai sicuramente fatto scorta per poterli servire a Natale. Sappi che potresti finire intossicato.
Non è una novità ma è bene prestare la massima attenzione, soprattutto durante le feste. Pur di vendere le industrie alimentari si inventerebbero qualunque cosa.
Ogni famiglia ha le sue tradizioni culinarie per quanto concerne le festività natalizie ma c’è una cosa che unisce l’Italia intera: a tavola, dopo o prima del caffè e dell’amaro, deve tassativamente esserci la frutta secca.
Su ogni tavolata sono onnipresenti cestini in vimini ricolmi di noci, nocciole ma anche datteri, fichi, frutta pralinata o candita. E che dire dell’immancabile schiaccianoci in metallo? Ma se in tavola sono presenti pistacchi salati, mandorle e nocciole salate allora presta la massima attenzione!
Tra l’altro la frutta secca ha tante proprietà benefiche: ricca di fibre, di acidi grassi (quelli “buoni”) in particolare Omega 3 e Omega 6 che tanto fanno bene all’apparato cardiocircolatorio, è ricca di proteine vegetali, contiene tanti sali minerali, come ferro, potassio, manganese, rame, zinco, potassio, selenio, calcio e fosforo.
Molti nutrizionisti, infatti, la consigliano come spuntino spezzafame e chi segue regimi alimentari che escludono le proteine di origine animale dovrebbe farne un largo consumo giacché la quota proteica della frutta secca e il complesso dei suoi nutrienti riescono ad aiutare l’organismo a sopperire alla mancanza di proteine animali.
E’ da anni ormai che è noto che alcuni tipi di frutta secca (appunto nocciole, mandorle, pistacchi) ma anche riso, fichi, granoturco, spezie e semi di cacao possono essere contaminati, prima o dopo la raccolta, dalle microtossine prodotte da due specie di un fungo, che si chiama Aspergillus che trova terreno fertile in luoghi che godono di climi caldi e umidi.
Evitare totalmente il contatto con queste microtossine è impossibile e, infatti, a piccolissime dosi l’organismo umano le tollera. Il problema nasce quando se ne ingeriscono quantità eccessive. E le statistiche dicono che sono soprattutto i pistacchi tostati e salati a presentare le maggiori concentrazioni di aflatossine.
Inutile girarci intorno: le aflatossine sono state classificate da tempo come cancerogeni certi. Un’assunzione eccessiva provoca come effetto più blando delle intossicazioni alimentari serie e come effetto più grave il cancro al fegato.
Chiaramente questo non significa eliminare la frutta secca dalla propria dieta o farsi prendere dal panico quando si passa davanti al reparto frutta secca del supermercato. Significa soltanto che bisogna prestare attenzione a cosa si compra, leggere sempre le etichette e diffidare da venditori che non espongono cartellini indicanti le origini e tutte le informazioni utili sui prodotti che vendono.