La tragedia di Chernobyl ha avuto conseguenze devastanti, non soltanto sull’uomo, ma anche sugli animali, al di sopra di tutto quello che ci si poteva aspettare.
Le conseguenze sull’uomo, ancora oggi, le stiamo vivendo sul nostro organismo, in particolare con alcune forme di malattie e tumore che possono colpire.
Ciò che, però, è stato osservato è che anche gli animali, nonostante siano stati colpiti, hanno sviluppato nuove capacità di reazione.
Lupi “anticancro”?
I lupi reagiscono alle radiazioni di Chernobyl? Può darsi, anche se si tratta di studi che sono ancora in corso. Di cosa stiamo parlando? Alcune analisi sui campioni biologici prelevati da alcuni lupi che vivono “nella zona di esclusione di Chernobyl”, ovvero l’area interdetta alle persone che si trova attorno alla centrale nucleare del disastro, hanno dimostrato qualcosa di inaspettato.
Un genoma con le capacità anticancro: questo è ciò che ne è emerso dallo studio. Cerchiamo di capire meglio. L’area contaminata dalle radiazioni, posta attorno alla centrale nucleare di Chernobyl, dal dopo il disastro, è stata interdetta all’uomo. Ma al suo interno vivono dei lupi. Questi sono stati più volte osservati nel loro comportamento e non solo, ma l’ultimo studio effettuato su di loro ha evidenziato qualcosa che è parso impossibile anche agli stessi scienziati.
Le analisi del loro genoma hanno fatto emergere delle regioni nel DNA che sono mutate e che sembrano essere resistenti al rischio di sviluppare tumori. Allo stesso modo di come esistono delle mutazioni di genoma che, invece, sono in grado di favorire la nascita e lo sviluppo di neoplasie, in questo caso è il contrario: mutazioni che possono combattere l’insorgenza di tumori.
Da Chernnobyl, i lupi mutanti che potrebbero resistere all’insorgenza dei tumori
Una svolta epocale questo studio sui lupi che vengono definiti “resistenti”, e ciò potrebbe portare alla scoperta proprio di mutazioni protettive, in grado di aumentare le probabilità di sopravvivenza ai tumori maligni anche nell’uomo. A portare avanti questo tipo di studio e questa ricerca è stato il team di ricerca del Laboratorio “Shane Campbell-Staton”, attivo presso l’Università di Princeton.
I ricercatori hanno dato inizio allo studio sui lupi di Chernobyl nel lontano 2014, dotando gli animali stessi di particolari collari in grado non solo di far percepire e di studiare i loro movimenti quanto anche le dosi di radiazioni ai quali erano esposti, di sicuro molto superiore al limite umano consentito.
I ricercatori hanno raccolto, poi, anche dei campioni biologici da sottoporre a test di laboratorio. Grazie ad essi hanno scoperto che questi animali hanno un “sistema immunitario alterato”, che può essere equiparato a quello di un paziente oncologico sottoposto a radioterapia. Sarebbe stata proprio l’esposizione costante, duratura e massiccia al fallout radioattivo ad aver modificato il genoma dei lupi, fino a renderli dei mutanti e con possibili adattamenti che permettono loro di resistere al cancro.
Uno studio che, di certo, non si ferma qui, ma che rappresenta un notevole passo avanti nel mondo della ricerca e della lotta ai tumori, a partire dal comprendere proprio il perché della loro origine.