Una vita da copertina, quella di Levante: eppure la nota artista ha affrontato alcuni drammi importanti nella sua vita.
Classe 1987, Claudia Lagona (alias Levante) ha confessato di aver sofferto nel suo recente passato. Un suo ex fidanzato infatti la perseguitava, tentando di ricattarla.
La grande paura
“Era un mio ex, ha tentato di ricattarmi”, ha dichiarato la donna. Una verità sconvolgente, purtroppo ormai quotidiana nelle cronache mediatiche e giudiziarie: “Mi chiamava in continuazione, dicendomi “Sto male”; mi implorava quasi, e così passavo ore al telefono a cercare di tranquillizzarlo”.
Un amore che scivola pian piano verso la drammaticità, col suo fidanzato ormai in preda ad un vero e proprio delirio amoroso: “Mi ha scritto 980 mail nel giro di un mese, le ho contate: il che significa circa 30 ogni giorno”.
Una situazione insostenibile, che infatti ha mandato nel panico la giovane cantautrice: quando un uomo (o una donna) non si rassegnano alla fine di un amore, andando al di là delle normali reazioni, la situazione può, purtroppo, degenerare. Levante infatti ha denunciato tutto alla polizia: “Non si è rassegnato al mio “non ti amo più”. La Lagone ripercorre i fatti che portarono alla denuncia: anche se l’accaduto è quasi di dieci anni fa, l’attualità di violenze domestiche e relazionali, ai danni delle donne (e non solo, ovviamente) rende la vicenda ancora attuale, per molti versi.
Sentimenti e violenze
Ripercorrere quei momenti passati, fino alla denuncia per stalking, significa riaprire una ferita, per la giovane Levante, “Ma non posso più continuare a dire di sapere che cosa provano certe donne, di immedesimarsi in loro, senza confessare di esserci passata anch’io”. Il suo ex fidanzato aveva dei loro filmati in intimità e voleva usarli per ricattarla: “o torni con me, oppure ti rovino”.
Questa è la logica comune, si parte spesso dalla classica richiesta di aiuto, dal “non mi lasciare, sto male”, con telefonate continue, messaggi, richieste di incontro, per poi spesso degenerare, finendo ai ricatti, alle violenze, purtroppo anche estreme.
“Tutti attorno a me erano preoccupati: i famigliari, le amiche: anche io ero spaventata, ma forse non abbastanza, almeno non tanto da denunciare, in quel momento. Diciamo che non pensavo che avrebbe mai potuto farmi del male, ero preoccupata più per lui”.
Stesse parole usate da Giulia Cecchettin (la studentessa uccisa dal suo ex Filippo Turetta), che raccontava la tormentata fine della sua storia amorosa alla sorella, prima del tragico e drammatico epilogo.
Vergogna e depressione
Vergogna: è la parola che ricorre di più, nel ricordo di Levante: “Ad un certo punto ho provato soprattutto vergogna, molta vergogna. Mi sentivo stupida: non sapevo come gestire la situazione, che proseguiva ormai da almeno due mesi. Poi un amico avvocato mi ha consigliato di denunciare”.
Un incubo che finisce, la polizia raccoglie la denuncia, partono le indagini, con tribunali e condanne, il ricordo del passato torna ad esser tale.
I successi canori, la televisione, la cantautrice che diventa un personaggio da copertina, la nascita di una splendida bambina. Eppure Levante non nasconde le sue debolezze, i suoi drammi personali, la depressione che l’ha colpita: “Tanti oggi parlano di depressione. Sembriamo tutti depressi, forse perché lo siamo. E allora diciamocelo. Ecco, lo dico: sono depressa e prendo i farmaci”.