Quando si parla di guerra la mente corre subito alle minacce nucleari o alle armi chimiche. E’ in atto, però, un altro sterminio ed esce fuori dai confini degli scontri.
La guerra crea danni ed uccide persone non solo in un determinato luogo circoscritto, uno scenario di guerra appunto, oggi quello che accade sta valicando qualsiasi confine.
Le guerre in atto nel mondo, perché di questo si tratta in tante zone del pianeta, stanno mettendo a rischio la vita di tutti noi. E’ in atto un ecocidio vero e proprio.
A pagare il prezzo, spesso anche salato, delle guerre sono sempre i civili, le persone comuni, chi fino al giorno prima stava vivendo la propria vita. Improvvisamente, per interessi finanziari, per scelte scellerate, per bramosia di potere qualcuno in alto decide di muovere guerra e le ricadute, purtroppo, sono sempre e solo sulla povera gente sui civili.
Il rischio di una guerra, oggi, le paure principali, sono legate all’utilizzo di armi nucleari, di bombe atomiche o al ricorso ad armi chimiche. Armi di distruzione di massa, insomma, che potrebbero mettere a rischio la vita non solo dei popoli interessati ma di tutti quanti noi.
Ciò che sta avvenendo nei vari scenari di guerra oggi, però, sta mettendo comunque a repentaglio la vita di tutti noi, i danni e le morti escono, comunque, dai confini delle terre interessate dal conflitto.
Non ci sono armi chimiche m ciò che sta avvenendo è allo stesso modo uno stemrinio di massa. Si tratta di un vero e proprio ecocidio. Le guerre che vediamo in tv, quando siamo fortunati, perché spesso queste guerre sono silenziose, non devono scalfire l’opinione pubblica, non devono destare sdegno e repulsione, non interessano solo le nazioni o i popoli direttamente coinvolti.
L’ecocidio è il vero pericolo in agguato di guerre attuali, sta già avvenendo nel conflitto tra Russia e Ucraina, nella guerra tra Israele e Palestina. Non sono state usate armi nucleari, non sono stati lanciati gas chimici eppure quanto sta accadendo andrà ad incidere sulla salute di tutti noi.
I danni saranno riportati non solo da quei popoli ma da tutto il pianeta. Quando si parla di guerra, oggi, bisognerebbe prendere in considerazione soprattutto questo. A Gaza i bombardamenti israeliani contaminano l’acqua dei fiumi e delle falde acquifere.
Un disastro ambientale per il quale ci vorranno anni per ripulire (ammesso che qualcuno lo faccia). Le falde acquifere contaminate o le acque dei fiumi con scorie tossiche che si vanno a riversare nei mari, non sono un problema solo dei cittadini di Gaza.
Le bombe provocano dei danni diretti e altrettanti se non peggiori danni indiretti. In Ucraina le città nei pressi della diga di Kakhovka non sanno più come andare avanti. Quella che fino a qualche tempo fa era una delle zone più fertili del pianeta è, oggi, un territorio desertico.
Il grano ucraino abbiamo visto nei mesi passati quanto era importante per tutte le popolazioni del pianeta e non solo per gli ucraini. Ebbene le bombe e la guerra hanno fatto morti e feriti al loro scoppio ma i morti che potrebbero fare più avanti come conseguenza indiretta potrebbero essere molto di più.
In un mondo che si interroga su come salvare il pianeta, su come invertire le lancette dell’oroglogio della fine, questi scenari sembrano davvero surreali. I governi spendono miliardi (e non sono sufficienti) per tentare di salvaguardare il clima e l’ambiente.
Sono quegli stessi governi che poi lanciano una bomba per compromettere tutti i loro buoni propositi. Intanto le persone comuni, i civili pagano il prezzo di un clima che cambia, sono chiamati a pagare il prezzo di una transizione ecologia utile ad invertire la rotta, muoiono sotto lo scoppio delle bombe e ne pagheranno anche le conseguenze indirette.