Passata la Pasqua, iniziamo a fare i conti con ciò che si è speso ma, soprattutto con ciò che si è mangiato, in primis su tutte le uova di Pasqua.
Quante ne abbiamo mangiate a testa? Le conserveremo ancora per giorni e giorni? Ma c’è una domanda che ci affligge più di tutti.
Sai dove si getta la carta dell’uovo di Pasqua? Forse è meglio saperlo nel dettaglio.
È la gioia, diciamoci la verità, non solo dei più piccoli ma anche dei più grandi. Lui è il re della nostra tavola, ovviamente, insieme anche alla colomba: stiamo parlando dell’uovo di cioccolato, tipico della Pasqua. Quanti ne abbiamo ricevuti a testa? E seppur non l’abbiamo ricevuto, quanta cioccolata abbiamo mangiato?
Tante domande, accanto a qualche kg che metteremo su di sicuro…ma ciò che conta sapere è, anche, un’altra cosa: dove si smaltisce la carta dell’uovo di Pasqua? È carta? È alluminio? Va nell’indifferenziato? Per non farci cogliere impreparati a questo, cerchiamo di capire insieme.
Di sicuro, specie se si hanno bambini a casa, non durerà molto il cioccolato e, una volta finito e consumato, ci domandiamo cosa farcene della carta che lo avvolgeva. Qualcuno la conserva per riciclarla, magari per avvolgere un dolce che, in futuro, verrà preparato e portarlo come dono o come regalo. Chi invece la tagliuzza per farcene dei coriandoli per il prossimo anno o, anche, per un’eventuale processione che passerà per le strade di casa.
Ma per chi non vuole proprio averla più per casa, è importante sapere bene dove gettarla, per evitare di cadere in onerose sanzioni che possono arrivare anche a toccare i 620€. La prima cosa è vedere se, nelle etichette incollate sulla carta dell’uovo, sia già stato segnalato di che materiale è fatto e, di conseguenza, dove gettarlo (ad esempio, nell’alluminio o nella plastica).
Ma se non è segnalato? La cosa migliore da fare è quella di dividere la parti in alluminio, da quelle in plastica e da quelle in carta e gettarle negli appositi contenitori. Se, invece, l’imballaggio è di stoffa, va inserito nell’indifferenziato.
Non deve essere così difficile e complicato tale tipo di divisione e di raccolta: l’importante è separare bene le singole parti per poterle al meglio riciclare e differenziare.