Non solo la tragicità degli eventi a Mosca, anche il sospetto di manipolazioni neuronali alla base della strage in Russia.
L’ex capo dell’ufficio russo dell’Interpol, Vladimir Ovchinsky, maggiore generale in pensione, ha dichiarato ai microfoni della televisione di Stato che alla base dell’attentato potrebbero esserci manipolazioni mentali.
La tragedia del Crocus City Hall di Krasnogorsk, nella regione di Mosca, ha causato 139 morti ed oltre 180 feriti: fin da subito il Presidente Russo Vladimir Putin ha affermato la responsabilità dell‘Ucraina nell’attacco terroristico.
Al momento però la pista più accreditata è quella dell’Isis: l’ Isis-Khorasan, il ramo dell’organizzazione terroristica attivo principalmente in Afghanistan e nel Caucaso, ha infatti rivendicato l’attacco, pubblicando prima le foto degli attentatori e poi un video dell’assalto dalla prospettiva dei terroristi.
La polizia russa ha diramato invece un comunicato in cui affermava di aver catturato quattro persone di nazionalità tagika, arrestate dai servizi di sicurezza (Fsb): le loro facce tumefatte, con lividi e tagli, sono state mostrate in tribunale domenica scorsa. A loro carico è stata formulata l’imputazione per terrorismo ed attualmente risultano detenuti in attesa di un processo.
“La coscienza di questi attentatori di certo era disabilitata: molto probabilmente sono stati drogati con sostanze psicotrope, programmazione neuro-psicologica oppure con dei chip nel cervello”, ha affermato l’ex capo Interpol russo.
Secondo Ovchinsky, la cosa avrebbe perfettamente senso, dato che “ora la neurobiologia consente il controllo totale su una persona“. Del resto anche in Russia sono giunte le notizie della sperimentazione dei chip neuronali da parte delle aziende di Elon Musk, il miliardario a capo di Tesla, dunque non stupisce che qualcuno possa pensare all’impiego dei chip nelle prossime guerre future.
Finora mai nessuno aveva però avanzato ipotesi del genere, almeno non per le guerre in corso. Mosca non è nuova ad accuse non comprovate: del resto la stessa matrice ucraina, per gli attacchi subiti, è stata smentita da più fonti internazionali, in prima battuta dagli stessi Americani, che accreditano la pista dell’Isis.
Anche il terrorismo islamico rientra dunque nella guerra Russo-Ucraina: come detto, fonti di intelligence made in Usa confermano la presenza di un notevole flusso di informazioni, fin da novembre, sull’intenzione dell’Isis di colpire in Russia.
Informazioni condivise con gli stessi Russi, nonostante le forti tensioni diplomatiche, che però non avrebbero convinto Mosca ad alzare il livello di sicurezza interno: l’Ucraina intanto smentisce categoricamente ogni coinvolgimento, ufficialmente chiamandosi fuori da ogni ricostruzione non comprovata.
Come non comprovato risulterebbe l’impiego di chip neurologici per controllare la mente dei (sospetti) attentatori: del resto Putin ha spesso dimostrato che l’inverosimile è molto più utile nell’imbastire una propaganda funzionale alla Grande Madre Russia. Chip permettendo.