C’è un nuovo rischio pandemia in agguato, a preoccupare gli scienziati di tutto il mondo è l’ifluenza Aviaria, il virus non lascia sogni tranquilli.
L’allarme è alto dopo che, in Texas, si sono infettati dei bovini insieme ad un addetto all’allevamento. Il virus avrebbe, quindi, compiuto un salto della specie.
La variante più temuta, da questo punto di vista, è quella H5N1 quella che suscita preoccupazioni proprio per la sua capacità di trasmettersi agli esseri umani.
Il virus dell’aviaria è un agente patogeno che appartiene alla famiglia Orthomyxoviridae e al genere Influenzavirus A. Questo virus può essere suddiviso in due categorie principali: il virus dell’aviaria altamente patogeno (HPAI) e il virus dell’aviaria a bassa patogenicità (LPAI).
L’aviaria, ossia l’influenza aviaria, è un tipo di virus influenzale che colpisce gli uccelli, in particolare gli uccelli acquatici selvatici come anatre e gabbiani. Esistono diverse varianti del virus dell’aviaria, alcune delle quali possono essere altamente patogene e causare gravi malattie negli uccelli domestici e selvatici.
Tra le varianti più pericolose c’è l’H5N1, che ha suscitato preoccupazioni per la sua capacità di trasmettersi agli esseri umani, sebbene la trasmissione da persona a persona sia stata rara. Tuttavia, quando avviene, può portare a gravi malattie respiratorie e, in alcuni casi, alla morte.
Il virus dell’aviaria si trasmette principalmente attraverso il contatto diretto con gli uccelli infetti o con le loro feci, ma può anche essere diffuso attraverso il commercio di uccelli vivi, mercati di uccelli e prodotti avicoli contaminati. Il rischio per gli esseri umani è maggiore in comunità dove c’è un’intensa interazione tra esseri umani e uccelli infetti.
L’H5N1 è una delle varianti più conosciute e pericolose del virus dell’aviaria. È stata associata a numerosi focolai in tutto il mondo, con casi segnalati in Asia, Europa, Africa e Medio Oriente.
La sua capacità di causare gravi malattie e morte sia negli uccelli che negli esseri umani ha portato a un’attenzione globale e a sforzi coordinati per monitorare e contrastare la sua diffusione.
Per prevenire la diffusione del virus dell’aviaria, sono cruciali misure di sorveglianza negli uccelli, il controllo dei movimenti degli uccelli e dei prodotti avicoli, nonché l’educazione e la consapevolezza pubblica sulle buone pratiche igieniche e di biosicurezza.
L’allarme tra gli scienziati resta, dunque, alto. Su Adnkronos il virologo Massimo Clementi spiega come questo virus già da tempo sia uno dei più indiziati a rischio pandemia.
Nessun allarmismo, però, almeno per il momento, in quanto il virologo spiega come la sanità veterinaria stia svolgendo un ottimo lavoro di controllo. Gli stessi allevamenti di animali, del resto, sono molto più facilmente controllabili rispetto alla fauna selvatica.
Questa ottima attività di monitoraggio dovrebbe, quindi, al momento, evitare rischi pandemici anche se l’attenzione resta alta.