Guai per Giorgio Armani e le sue aziende. Il Tribunale di Milano, a seguito di accertamenti, ha predisposto l’amministrazione giudiziaria.
Una vera tegola, in particolare, per la Giorgio Armani operations spa, ossia la società che si occupa di progettazione e produzione di abbigliamenti e accessori.
Le accuse sono di quelle gravi che potrebbero compormettere, forse, per sempre, il buon nome del gruppo. Lo sfruttamento del lavoro, infatti, sarebbe uno dei capi d’accusa.
Finisce nella bufera il nome di Giorgio Armani e del colosso della moda italiana, conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo. Secondo un’inchiesta condotta dai pm Paolo Storari e Luisa Baima Bollone con i Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro, la Giorgio Armani operations spa sarebbe al centro di un presunto giro di sfruttamento del lavoro.
Attraverso l’utilizzo negli appalti per la produzione di opifici abusivi e il ricorso a manodopera cinese in nero e clandestina.
Giorgio Armani, uno dei nomi più rinomati nell’industria della moda, è diventato sinonimo di eleganza senza tempo, stile sofisticato e raffinatezza. La sua storia è un racconto affascinante di ambizione, creatività e determinazione, che ha portato alla creazione di un impero globale della moda. La storia di Giorgio Armani, dalle sue umili origini fino alla sua ascesa come uno dei designer più influenti del mondo.
Lo stilista nato il 11 luglio 1934 a Piacenza, una città nel nord Italia. Cresciuto in una famiglia modesta, ha coltivato fin da giovane un interesse per la moda e il design. Dopo aver studiato medicina per due anni, Armani ha deciso di intraprendere una carriera nel mondo della moda e si è trasferito a Milano, il centro pulsante dell’industria italiana della moda.
Le sue prime esperienze lavorative nell’ambiente della moda lo hanno portato a lavorare per importanti case di moda come Nino Cerruti e Zegna. Tuttavia, è stato nel 1975 che Giorgio Armani ha lanciato il suo marchio omonimo insieme al suo amico e socio Sergio Galeotti. Questo è stato l’inizio di una rivoluzione nella moda maschile, con Armani che ha introdotto una nuova estetica di eleganza discreta e minimalista che ha colpito il mondo della moda.
Secondo l’inchiesta, però, la casa di moda affiderebbe a terzi, tramite una società in house, la Giorgio Armani operations spa appunto, “l’intera produzione di parte della collezione di borse e accessori 2024 a società terze, con completa esternalizzazione dei processi produttivi”.
L’azienda fornitrice, però, si legge dalle carte, “dispone solo nominalmente di adeguata capacità produttiva e può competere sul mercato solo esternalizzando a sua volta le commesse ad opifici cinesi, i quali riescono ad abbattere i costi ricorrendo all’impiego di manodopera irregolare e clandestina in condizioni di sfruttamento“.
Per Armani, insomma, una triste storia ed una enorme gatta da pelare, naturalmente la giustizia farà il proprio corso e si stabilirà la verità, per ora rimane comunque una delle pagine più nere per la casa di moda.