Aveva 76 anni ed era malato da tempo. E’ morto ieri circondato dall’affetto dei suoi cari. E’ stato sportivo, attore ma non solo…
Oltre che per i meriti sportivi, per il suo innegabile fascino e per le sue doti attoriali di O.J. tutti ricorderanno principalmente un episodio che tenne incollati allo schermo milioni di americani.
O.J. se ne va
E’ morto ieri, all’età di 76 anni e dopo una lunga malattia, Orenthal James Simpson meglio noto come O.J.Simpson. E’ stato giocatore di football, attore e anche protagonista di uno dei casi di cronaca nera più celebri della storia americana.
Ha lasciato il segno in ognuno di questi tre campi. E’, a tutt’oggi, considerato uno dei running back più forti di sempre. Come attore i fan del genere lo ricorderanno sicuramente per la sua simpaticissima partecipazione a “Una pallottola spuntata“.
Non era male e sicuramente avrebbe avuto una carriera brillante come e più di quella sportiva se non fosse stato per ciò che accadde la notte tra il 12 e il 13 giugno del 1994.
Una vita incredibile
Orenthal James nacque a San Francisco il 9 luglio 1943. Suo padre Jimmy Lee fu una celebre drag queen che solo poco prima di morire di AIDS ebbe il coraggio di dichiarare ufficialmente e pubblicamente la propria omosessualità.
Da piccolo era addirittura rachitico, dunque gracile e debole. Ciò non gli impedì di certo di impegnarsi nello sport. Già alle superiori era un fantastico running back. E grazie al football ha costruito la sua fortuna. E’ stato praticamente per tutta la sua carriera con i Buffalo Bills.
Terminata la sua carriera sportiva nel 1979 decise di dedicarsi alla recitazione. I più lo ricordano principalmente per la famosa trilogia de Una pallottola spuntata. Aveva un tipo di recitazione brillante e spigliata e, come detto, sicuramente avrebbe potuto avere una carriera artistica soddisfacente.
Ma, come dicevamo, nel giugno 1994 è capitato qualcosa che ha cambiato la sua vita e, in parte, anche il modo di trattare la cronaca nera da parte dei media.
Il caso O.J. Simpson
Nella notte del 13 giugno 1994 Nicole Brown e Ronald Lyle Goldman furono trovati morti a pochi passi dalla casa di lei. La scena del crimine è allucinante: lui fu ucciso con 20 coltellate. I fendenti che strapparono Nicole alla vita furono “soltanto” 12 ma inferti con una ferocia inumana.
Fu colpita al collo con così tanta forza che la testa era quasi mozzata. Lui aveva appena 25 anni, lei dieci di più ed era madre di due figli. Cosa ha a che fare questa storia con O.J.? Nicole era la sua ex moglie (i rapporti erano pessimi) e il 50% dell’opinione pubblica pensa e penserà per sempre che ad uccidere lei ed il suo amico sia stato proprio O.J.
O.J. che, a poche ore dall’omicidio, si lancia in una folle corsa in auto che fu ripresa in diretta dalle tv di tutti gli USA, che viene accusato e poi processato, che ingaggia il celeberrimo Dream Team di avvocati (tra i quali figura Robert Kardashan) per farsi tirare fuori dai guai.
O.J. che, prove indiziali alla mano, non può non essere il colpevole ma che, clamorosamente, viene assolto. O.J. che entra nella storia processuale americana.
Avere un’opinione netta su di lui è letteralmente impossibile. C’è chi lo ha amato e chi lo ha detestato. C’è stato chi lo ha venerato e chi lo temeva. Certamente con la sua morte se ne va uno dei personaggi più divisivi della storia americana.
In una nota congiunta i suoi familiari scrivono: “Il 10 aprile, nostro padre, Orenthal James Simpson, ha ceduto alla sua battaglia contro il cancro. Era circondato dai suoi figli e nipoti. Durante questo periodo di transizione, la sua famiglia vi chiede di rispettare i loro desideri di privacy e tranquillità”.