Dicono che sia l’animale “più amico dell’uomo”. Ma siamo sicuri che sia proprio così? Allora perché i cani continuano ad attaccare l’uomo?
Dopo l’ultimo episodio accaduto in provincia di Salerno dove un pitbull ha azzannato a morte un bimbo, ci chiediamo: come comportarci in merito?
Ecco alcuni consigli su come comportarsi in merito.
Cani aggressivi: cosa fare?
Una situazione che lascia sconvolti tutti: non è il primo caso dove un animale a quattro zampe, il migliore amico dell’uomo, attacca un suo simile, magari più piccolo d’età, finanche ad ucciderlo. Come può accadere una cosa del genere? Cosa scatta nella mente dell’animale di aggredire chi si cura di lui?
L’ultimo spiacevole episodio è quello accaduto pochissimi giorni fa, quando due pitbull hanno aggredito ed ucciso un bimbo di soli 15 mesi in provincia di Salerno, ad Eboli, e ferito la sua mamma che cercava di difenderlo. Ma, come dicevamo all’inizio, non è l’unico episodio che abbiamo visto dalle cronache. Arrivati a questo punto è proprio riuscire a capire perché accade tutto questo.
Se il cane è amico dell’uomo ed è da quest’ultimo accudito e curato, come fa ad aggredirlo? E soprattutto, perché? E, nel caso ci trovassimo in queste condizioni, ovvero davanti ad un cane aggressivo e anche, in parte, “impazzito”, come dobbiamo comportarci? Ecco alcuni consigli pratici che possiamo applicare anche per noi stessi.
A dare questi consigli è un educatore cinofilo, Simone Parrinello, al sito “Today.it”. In alcuni casi sembrerebbero consigli pratici o, comunque, in alcuni casi applicabili solo a parole ma, in realtà, sono fondamentali. Rimanere immobili, poi iniziare a fare qualche passo laterale, braccia lungo i fianchi e mai incrociate, e soprattutto evitare di incrociare lo sguardo con l’animale.
Tre consigli semplicissimi se ci troviamo di fronte alla loro minaccia
Tre elementi minimi davanti ad un cane inferocito. Ma c’è chi pensa che, in realtà, più che altro si tratti della razza del cane a dargli questo carattere aggressivo. È proprio così? “Tendenzialmente la responsabilità è dell’essere umano e non è una questione di razze: penso che ogni padrone dovrebbe seguire un corso per capire cosa significa stare con un cane, un corso che aiuti a sviluppare quella sensibilità di base nel capire quali sono i bisogni del cane che poi variano da soggetto a soggetto” – afferma l’educatore cinofilo.
Se ce lo ritroviamo avanti, la prima cosa da fare non è quella che ci suggerisce l’istinto, ma il ragionamento: “I comportamenti corretti sono purtroppo controintuitivi, ovvero l’esatto contrario di quello che facciamo spontaneamente. Bisogna reagire solo se messi alle corde (…) se dei cani vengono verso di noi con fare aggressivo la cosa migliore da fare è fermarsi e immobilizzarsi” – spiega.
Immobilizzarsi e, poi, muoversi lentamente, evitando di andare incontro la cane in modo frontale. Ce ne è uno che andrebbe preso in seria considerazione prima di tutto: mai incrociare lo sguardo del cane: “[…] Nel mondo della comunicazione canina, girare lo sguardo rientra in quelli che vengono definiti segnali calmanti, è una gestualità che i cani utilizzano tra loro, ma possiamo applicarla anche a noi” – conclude l’educatore cinofilo.