Diciamoci la verità: a chi non è capitato di svegliarsi nel cuore della notte, magari per andare in bagno o per andare a bere un sorso d’acqua?
Un po’ a tutti almeno una volta nella vita. Me ci avete mai fatto caso che capita sempre ad un orario fisso?
Sì: e quell’orario fisso può influenzare notevolmente il nostro sonno quanto anche la nostra giornata. Cerchiamo di capire il perché.
Svegliarsi a notte fonda non è una novità, specie se abbiamo un bisogno particolare, quale ad esempio quello di andare in bagno o anche quello di dover andare a bere un sorso d’acqua. È normale, è fisiologico tutto questo. Ma ciò al quale dobbiamo fare attenzione e caso è l’orario durante il quale ci svegliamo.
Anche a voi capita, spesso, intorno alle ore 3 di notte? Finchè si tratta di un risveglio occasionale e, come dicevamo, dovuto ad una necessità, non bisogna preoccuparsi né tantomeno parlare di insonnia. Ma quando i risvegli diventano continui, la situazione allora deve iniziare a preoccupare. Quando ci si risveglia e poi ci si riaddormenta, allora è tutto normale. Ma quando il risveglio è frequente, la difficoltà a riprendere sonno c’è, allora qualcosa che non va c’è e come.
Un’attenzione particolare deve essere posta all’ora del nostro risveglio (se, come dicevamo, questo è frequente). Se c’è un momento preciso della notte nel quale ci svegliamo, dobbiamo cercarne di capire la causa. La maggior parte delle volte sono ansia, stress e preoccupazioni varie a non farci dormire in modo sano e tranquillo la notte.
“Quando si è sotto stress, il nostro cervello entra in modalità lotta o fuga, inondando il corpo di ormoni – primi fra tutti l’adrenalina e il cortisolo – per prepararsi a combattere o a fuggire. Questa risposta può innescare anche una serie di sintomi fisici, come battito cardiaco accelerato, vertigini o secchezza delle fauci” – spiega, in un articolo di “VanityFair”, Jenna Gress Smith, psicologa clinica specializzata in medicina del sonno.
Il cortisolo è l’ormone dello stress e quando i suoi livelli si alzano è dimostrato che il nostro sonno si interrompe, sempre, intorno alle ore 2 o alle ore 3 di ogni notte: “Quando il sistema nervoso simpatico del corpo si attiva, l’aumento della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna può rendere più difficile riaddormentarsi” – continua la dottoressa.
Ma è solo questo il problema? A quanto pare no. Infatti, altro punto sul quale dobbiamo concentrare la nostra attenzione è sulla cena. Cosa abbiamo mangiato? Abbiamo fatto un pasto pesante? Se la risposta è sì, allora anche il processo digestivo e metabolico possono dar fastidio al sonno, rendendolo inquieto e fatto di continui risvegli, sempre intorno alle ore 3 di notte.
Dall’altro lato ancora, i cambiamenti dei cicli del sonno. Dobbiamo sapere che tra le 2 e le 3 del mattino è anche il momento in cui la temperatura del nostro corpo smette di scendere e ricomincia a salire prima del risveglio, e il nostro sonno diventa più leggero.
Non vanno sottovalutati, però, i farmaci se ne assumiamo: anche quelli possono disturbare il sonno, in particolare gli antidepressivi, i beta bloccanti e gli antinfiammatori. In ultimo, ma non meno da sottovalutare, è l’avanzare dell’età. Quando il corpo inizia ad invecchiare, il sonno non è più quello di una volta e capita spesso, specie agli over 60, di svegliarsi anche prima dell’alba e di non riuscire più a dormire.