La madre di Alessia: “Dolore atroce ma deve pagare”. La legale della donna ha già annunciato ricorso. Per il PM “sentenza giusta”.
Per la Corte d’Assise di Milano la donna, pur senza averlo premeditato, ha lasciato che la figlia morisse di stenti. Pifferi condannata anche al risarcimento per quanti si sono costituiti parte civile.
Entro 90 giorni le motivazioni della sentenza, come da prassi, verranno depositate e rese pubbliche. Per ora PM soddisfatto e difesa che annuncia ricorso.
Si è chiuso ufficialmente oggi il primo capitolo giudiziario di uno dei casi di cronaca più penosi e dolorosi degli ultimi anni. Alessia Pifferi, mamma della piccola Diana morta di stenti nel luglio 2022, è stata condannata all’ergastolo. Per i giudici della Corte d’Assise di Milano, dunque, Pifferi è responsabile della morte della figlia lasciata sola in casa per una settimana e quindi morta di fame e di sete.
Nella sentenza il gesto della Pifferi non è stato giudicato premeditato. Dunque l’aggravante della premeditazione è venuta meno. Sono rimasti in piedi però le aggravanti dei futili motivi e della minore età della vittima. Pifferi dovrà anche risarcire le parti civili: 20 mila euro per Viviana, sua sorella e 50 mila euro per Maria Assandri che di Alessia è la madre.
Per il PM Francesco De Tomasi la sentenza è più che giusta: “ho visto una donna che ha recitato una parte. Mi aspettavo l’ergastolo. Il PM esprime soddisfazione anche perché con questo processo si è messa al centro la vittima. E’ “la prima tappa per l’accertamento della verità”.
Di parere diametralmente opposto Alessia Pontenani, avvocato difensore di Alessia Pifferi che ha già annunciato ricorso: “Leggeremo le motivazioni, poi ovviamente faremo appello, mi aspettavo una sentenza così dura. Penso non ci sia stato un clima sereno e senza l’inchiesta parallela forse la perizia psichiatrica avrebbe dato esito diverso”.
Anche la famiglia di Diana ed Alessia ha voluto rendere pubbliche dichiarazioni. Maria Alessandri, madre di Alessia e nonna di Diana ha dichiarato: “Diana è nel mio cuore, la porto con me. E’ un dolore atroce! Si è dimenticata di essere una madre. Deve pagare per quello che ha fatto“.
Viviana Pifferi, sorella di Alessia e zia di Diana ha detto: “Diana è diventata la bambina di tutti gli italiani. Spero che adesso possa volare via in pace“.
Era il luglio 2022. Alessia Pifferi è una madre single che, 18 mesi prima del fatto, aveva dato alla luce (in un bagno) una bellissima bambina che decise di chiamare Diana. Non si conoscerà mai l’identità del padre di Diana per esplicita volontà di Alessia. Alessia che si comportava come se sua figlia non esistesse.
Non la faceva uscire quasi mai, mai registrata presso un pediatra, mai vaccinata, mai iscritta al nido o in ludoteca. Si era addirittura inventata un finto battesimo col solo scopo di farsi regalare dei soldi dal parentado.
Aveva poco più di un anno ma era già stata abituata a restare da sola in casa. Spesso la madre si allontanava per ore se non addirittura per un giorno o due lasciandole come soli generi di conforto “due bottiglie d’acqua e una di teuccio“.
A luglio però Alessia decide di strafare. Parte per una settimana col suo uomo del momento e lascia Diana completamente sola. Smaltiti acqua, latte e thé la piccola, appena 18 mesi, arrivò ad avere così fame da tentare di mangiare il suo stesso pannolino (tracce di esso verranno trovate nel suo stomaco durante l’autopsia).
Poi, ad un certo punto, si addormentò e da quel sonno non si è mai svegliata. E’ volata via in silenzio, così come in silenzio è vissuta. E ora i giudici hanno stabilito che la colpa di tutto questo è di mamma Alessia.